Ogni articolo che parli dei concerti di Bruce Springsteen deve per forza iniziare con una frase: il mondo si divide in quelli a cui piace Bruce Springsteen e quelli che non l’hanno mai visto dal vivo.
Dal 1973 ad oggi, al di là dei dischi, l’arte del Boss sembra essere stata principalmente rivolta ad affinare l’attività dal vivo, che si manifesta in eventi live lunghissimi, coinvolgenti, di un’intensità senza pari.
Chitarra al cielo, camicia aperta su Dancing in the dark, l’energia della E-street band a fare da spalla. Bruce ha 73 anni, ma sul palco ha ancora l’impatto della copertina di Born in the U.S.A.: icona pura. E pensare che quella foto ha quasi quarant’anni.
Le ultime due tappe italiane di Springsteen - Ferrara il 18 maggio, e Roma, il 21 - hanno rispettato il copione, e i fan ringraziano.
Qualche numero? Una setlist composta da 20 canzoni più 7 di bis, 50mila spettatori a Ferrara, 10mila in più nella capitale. E ovviamente il nostro contributo, essenziale per poter reggere il ritmo per 3 ore di concerto: 280 bagni mobili Top San forniti da Sebach per la prima data, 320 (e un Moveep) per la seconda.
Sì: a saltare, esultare ed emozionarci, sotto quei palchi, c’eravamo anche noi.