Una delle frontiere più interessanti della scienza dice che non siamo soli. E questa volta, non parliamo di alieni e galassie lontane.
Ci riferiamo alla nostra individualità. Al nostro essere “io”. Ma prima di mettere in dubbio la cosa alla quale siamo più affezionati, buttiamo giù una definizione e alcune curiosità.
Microbiota, chi è costui?
O dovremmo dire “chi sono costoro”? Il microbiota è l’insieme dei microrganismi che hanno preso residenza nel nostro apparato digerente e, senza danneggiarci (anzi!), convivono con noi.
Per rimanere nella metafora, gli inquilini di cui sopra - batteri, lieviti, funghi e protozoi - sono generalmente dei buoni inquilini, in quanto contribuiscono alla salute del corpo, svolgendo diverse e insospettabili funzioni. Lo sapevate, ad esempio, che i normali batteri presenti nella bocca possono contribuire positivamente alla salute dei denti?
Tuttavia sta a noi, in quanto locatari, provvedere ai nostri ospiti l’ambiente giusto; pena una serie di effetti collaterali che potrebbero andare dallo spiacevole al nefasto.
A comporre il microbiota, sono un’infinità di microrganismi: si stima che si raggiungano i 1000 miliardi di batteri, appartenenti a un numero di specie che va dalle 500 alle 1000.
Facciamo confusione a chiamarla “flora” intestinale?
Sì, un po’ di confusione è normale, ma l’equivoco risale a quando i batteri erano classificati come parte del regno vegetale.
Fatta chiarezza, passiamo all’angolo del “forse non tutti sanno che”. Che ci viene facile, perché quegli esserini, di cose curiose da raccontare, ne hanno molte.
- L’uomo e il suo corredo di batteri si sono evoluti insieme, almeno per gli ultimi 100.000 anni. Ci conoscono bene, insomma!
- Il microbiota è unico per ogni persona: il mix di batteri cambia a seconda di popolazione di appartenenza, patrimonio genetico, luogo in cui si vive, storia personale, alimentazione, stile di vita, malattie e patologie…
- … ma la cosa più incredibile è che il microbiota “nasce” durante il parto; quindi, il tipo di parto e le condizioni in cui si svolge determina buona parte delle caratteristiche del singolo microbiota.
- Sembra che l’AI - ormai, signora mia, non si può non nominare in ogni articolo - possa correlare il microbioma contenuto in un campione di saliva con l’età del donatore e, da qui, arrivare a individuare patologie specifiche.
Come passa il suo tempo, il microbiota? Svolgendo funzioni protettive, metaboliche e strutturali: contribuisce al sistema immunitario, ma anche producendo aminoacidi, vitamine ed enzimi.
Tuttavia la cosa più interessante è il rapporto che i microscopici inquilini hanno con il resto del corpo. Ad esempio, le sostanze rilasciate dal microbiota incidono su umore e livelli di stress, ma anche sui comportamenti istintivi.
Quando si dice che l’intestino è il secondo cervello, non si sbaglia.
E adesso, prepariamoci ad un viaggio dentro di noi… ma fuori da noi.
Un regalo per gli amanti della letteratura… e per chi vuole mettersi alla prova
“Mi contraddico? Sì: sono vasto, contengo moltitudini”. Questo è un celebre aforisma di Walt Whitman, il poeta americano che i più agée di voi potrebbero associare all’ancora più classico Attimo fuggente.
Con una certa ironia, Contengo moltitudini è anche il titolo di un libro interessantissimo. Nelle sue (tante) pagine, Ed Yong ci racconta che “noi” non siamo più soltanto noi, e che la definizione di essere umano dovrebbe tener conto anche della somma di quella miriade di esseri che vivono dentro di esso.
Siamo uno zoo, siamo una comunità di specie diverse.
E allora possiamo davvero stare da soli, prenderci un momento per noi, quando nel nostro intestino ci sono 1000 miliardi di organismi che, tra le altre cose, possono influenzare il nostro umore, letteralmente dialogando con noi?
PS Poche battute sui suoni che provengono da laggiù: sono sempre loro, e ci stanno informando che non sono in piena forma.