Non è un segreto che il tempo passato in bagno stimoli la creatività. Ma che la toilette stessa fosse oggetto di creatività, chi l’avrebbe mai detto?
L’epoca che stiamo vivendo non è delle più facili. L’umanità si trova ad affrontare sfide dalle proporzioni titaniche, l’ambiente è in pericolo, e mancano dei leader convincenti che possano indicarci la giusta direzione.
“Marx è morto, Dio è morto, e anche io non mi sento molto bene”, diceva Woody Allen. Ma in realtà non lo diceva lui, e l’attribuzione di questo aforismo al regista americano è una bufala.
L’alligatore nelle fogne di New York
La regina, la madre di tutte le leggende metropolitane - una speciale categoria di bufale - è citata ovunque e, come si dice nei giornali, la “ripubblichiamo volentieri”.
La storia ormai la si conosce, nasce da un confuso racconto che miscelava in parti uguali le Everglades, il fiume Harlem, la neve e dei ragazzi con un badile, uno dei quali sarebbe stato morso dal rettile scongelato.
Anno, 1935. Gli alligatori si sono poi riprodotti nelle fogne della Grande Mela, sono sbucati dai WC di mezza città, sono stati cacciati dalla polizia. E, nel corso degli anni, alla leggenda hanno attinto i fumetti e la letteratura USA, la musica, le serie TV, le Tartarughe Ninja Mutanti e pure Topo Gigio.
Infine, giusto l’anno scorso:
Una porta tra le realtà
Se non sono gli alligatori ad uscire dalla tazza, sono gli oggetti più disparati a finirci dentro per iniziare un viaggio verso chissà dove, spesso (in)seguiti dai loro padroni.
Così Thomas Pynchon, ne L’arcobaleno della gravità, ci racconta di un marinaio che si insinua nello scarico del water per recuperare la sua armonica a bocca, e sbuca in mare dopo una lunga nuotata. Deve essere un incidente tipico: in Trainspotting, il protagonista fa lo stesso, questa volta per inseguire… beh, non saremo noi a dirvelo.
Va bene, sono finzioni. Ma vi ricordiamo che nelle nostre #cagatepazzesche abbiamo riportato il caso di una signora finita nella fossa biologica di un bagno mobile nel tentativo di recuperare il cellulare caduto. Siamo esperti di questi prodotti, e ancora ci chiediamo come abbia fatto.
Il bagno d’oro del papa
2015 - Un giornalista cinese si trova in Vaticano, e sta raccogliendo il materiale per un documentario sul Papa. Girando liberamente (certo) per i lunghi corridoi della residenza papale, aprendo porte qua e là (come no), l’ignaro giornalista è incappato in un bagno completamente d’oro massiccio (non c’è dubbio), e ne avrebbe chiesto significato a Papa Francesco (è il minimo), il quale avrebbe risposto che sì, abbiamo un bagno d’oro, ma è patrimonio storico e non possiamo farci niente (🤷).
Non credo sia necessario che vi diciamo che sì, era una bufala: il bagno risale soltanto al 2006, si trova nello Swisshorn Gold Palace di Hong Kong, ed è un’attrazione turistica di per sé.
La tassa sulla pipì
Non il dazio che l’imperatore Vespasiano impose ai lavandai sull’uso dei bagni pubblici (l’ammoniaca ivi abbondante serviva per il lavaggio e lo sbiancamento dei tessuti), bensì una scelta amministrativa che ha fatto discutere: ristoranti e bar avrebbero fatto pagare una tassa sull’uso delle toilette da parte di “soggetti diversi dalla clientela”.
Dopo un po’ di dotte speculazioni, di cavilli e di analisi del burocratese, è stata la stessa Regione Lazio a smentire.
Ci consoliamo con il trend dell’estate 2023, cioè quello dei ristoratori che nelle località turistiche hanno tassato la condivisione di un solo piatto tra commensali, inserendo nello scontrino costi accessori per il piatto vuoto, il cucchiaino in più sulla coppa gelato, il taglio del tramezzino da dividere. Inverosimile? No: spalmate tra Liguria, laghi del Nord Italia e Venezia, le notizie erano assolutamente vere.
Giusto per mettere i puntini sulle i: la citazione iniziale è del drammaturgo Eugene Ionesco.