Natale sta arrivando, tutta Italia si riunisce intorno all’Albero (e alla tavola). Ma alcuni di più. Ecco cinque tradizioni che forse non conoscevate.
Inutile cercare di evitare l’inevitabile, l’Italia a Natale diventa un gigantesco presepe vivente. Ci sono così tante tradizioni che si fa fatica a contarle tutte, anche perché ogni regione ne ha di proprie. Allo stesso tempo, siamo tutti riuniti dai GCDN (Grandi Comuni Denominatori Natalizi): il Panettone, il Pandoro, l’Albero, il Presepe, lo zio che si nasconde in bagno per scappare alla discussione politica (#forzazio #nelmomentodelbisogno). Il resto, come si dice, va a gusti, a coordinate geografiche, ma anche alle volontà di ferro di nonna. Perché se la matriarca decide che si mangia all’una, anche i Re Magi farebbero bene a presentarsi puntuali.
Senza tergiversare ulteriormente, allora, vediamo alcune delle tradizioni natalizie più carucce che s’incontrano in giro per l’italia.
Ti presento Gelindo
Non molti sanno che oltre a Babbo Natale, Santa Lucia e Gesù Bambino, il Natale piemontese elegge a suo rappresentante d’occasione il simpatico Gelindo, che altro non è che il primo pastore ad essere arrivato alla capanna per adorare il nuovo nato. Ora, non sappiamo esattamente le sue origini, ma dal nome forse non era esattamente Palestinese. Ad ogni modo, ogni anno in suo onore si celebra la Sfilata dei Pastori nell’Alessandrino.
Il ceppo Ligure e un bagno natalizio
Un’altra bellissima tradizione viene dalla Liguria: si tratta del Ceppo di Natale, che ogni anno veniva donato al Doge dagli abitanti delle montagne. In una cerimonia pubblica molto amata, il Doge versava vino, dolci e confetti sul tronco. Sulla riviera di levante, invece, è abitudine festeggiare il Natale in acqua, con presepi subacquei e processioni in riva al mare, di solito seguite da latte e castagne. Un bagno nel freddo mar Ligure? Speriamo ci siano delle cabine aperte per asciugarsi.
Molise, Capitale della Zampogna
Non e Natale se non c’è nell’aria il suono, più o meno armonico, delle zampogne. E la regione in cui questo strumento assume un ruolo centrale è il Molise, dove si aspetta l’arrivo del 25 Dicembre sulle note della Novena, chiamata anche Pastorale, e mangiando quella delizia locale che sono i Calciuni, dei dolci fatti con castagne, vino, rhum, miele, e un appuntamento dal dietologo.
Le tredici cose calabresi
La Calabria è una delle regioni dove i festeggiamenti si uniscono a una forte tradizione religiosa, che influenza direttamente quello che si mette in tavola. Certo, come in tutto il Sud si osserva il cenone di magro della Vigilia, ma una delle cose che non tutti sanno è che, particolarmente nella zona di Corigliano, tra le portate ci devono essere le “tridici cosi”, ovvero tredici tipi di frutta che rappresentano gli apostoli e Gesù riuniti insieme.
Panforte in Toscana, Carte in Sicilia: basta giocare!
Il gioco, così come la cucina, è uno dei cardini del Natale. Che sia Tombola o Mercante in Fiera, niente fa digerire come una sfida all’ultima carta. Per esempio, a noi di Sebach piace molto il Lancio del Panforte, che è un’antica tradizione toscana in cui si lancia il famoso dolce su un tavolo cercando di non farlo cadere. Un’altra regione con la passione per il gioco è la Sicilia, dove la Zicchinedda è la regina incontrastata dei giochi natalizi. Le regole sono simili a quelle del Poker, e allo stesso modo lo scopo è quello di vincere quanti più soldi possibile lasciando gli avversari sul lastrico. Il modo perfetto per vendicarsi di cugini saccenti, figli petulanti, e suocere agguerrite.