Sostenibilità - 03 lug 2024

“Le serve un sacchetto?” A noi, no

Ma davvero usate ancora i sacchetti di plastica? Oggi è la Giornata Internazionale senza sacchetti di plastica: proviamo a riflettere un po’?

In principio, c’erano le mani; e i nostri progenitori Homo sapiens sapiens, cacciatori-raccoglitori, dovevano arrangiarsi con i tanto sudati, dal punto di vista dell’evoluzione, pollici opponibili. Sia che dovessero trasportare il raccolto di bacche e radici che un’intera carcassa di animale faticosamente inseguito e abbattuto, i bipedi preistorici avevano il loro bel daffare a ragionare su recipienti e contenitori. Tanto più che le pitture rupestri ci raccontano battute di caccia e riunioni di tribù, ma non certo la dimostrazione a domicilio del rappresentante della Tupperware.
Scherzi a parte, il vero principio è in realtà il 1965, quando un ingegnere svedese brevetta per l’azienda Celloplast l’invenzione di Sten Gustaf Thulin, altro ingegnere svedese: il sacchetto di plastica.
Tuttavia, è negli anni Ottanta che le più grandi catene GDO americane iniziano a introdurre massivamente i sacchetti di plastica nelle loro filiali.

E la parola è proprio “massivamente”

Facciamo ora un salto in avanti nel tempo, tanto atterriamo sul morbido: quello del cumulo di 500 miliardi di sacchetti di plastica usati ogni anno.

La deriva che non ti aspetti

Nei primi anni Duemila, l’American Psychiatric Association inserisce nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali l’ansia indotta dall’incapacità di separare i lembi del sacchetto del reparto ortofrutta.
Questi gli aspetti psicosomatici del disturbo: insistenza ad umettare il pollice con la saliva; tendenza a soffiare con le labbra a culo di gallina; senso di sconfitta; deficit di vitamine dovuto alla rinuncia a comprare frutta e verdura.

Forse la parola è invece “stupidità”

Si stima che la maggior parte di quei 500 miliardi di sacchetti sia utilizzata per una ventina di minuti prima di ricadere nella categoria usa e getta. Eppure, sappiamo benissimo che ogni sacchetto impiega dai 500 ai 1000 anni per decomporsi… previo aver prima potenzialmente disseminato nell’ambiente una cospicua dose di microplastiche.

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Dici anche tu no ai sacchetti di plastica!

E se non lo dici tu, prima o poi qualcuno lo dirà per te.
E quel qualcuno è il governo. Negli USA, ad esempio, il divieto istituito in cinque popolose città (per un totale di 12 milioni di cittadini) ha portato ad una riduzione del consumo di sacchetti monouso pari a 6 miliardi di unità per anno.
Il divieto può assumere varie forme, non ultima quella economica. Chi c’era quando l’Irlanda, primo Stato in Europa a farlo, introdusse una tassa di 0,15 centesimi di euro a sacchetto? Noi mediterranei si favoleggiava che, per non pagare quello che era visto come un mero balzello, gli irlandesi uscissero dal minimarket con pile di oggetti tenute in equilibrio sulla pancia e lattine di birra nelle tasche dei jeans. In quattordici anni, oltre a trasformare le strade di Dublino in un covo di giocolieri, quella mossa ha ridotto la percentuale di sacchetti facenti parte del mix di inquinamento irlandese dal 5% ad un incredibile 0,13%.

Una questione di sinonimi (o quasi)

Non è facile - è una questione tecnica, economica, culturale - ma ci possiamo arrivare. Vi lanciamo qualche idea:

  • le shopper in cotone e altri materiali naturali e durevoli, come la canapa;
  • cesti, cestelli, canestri, panieri, corbe e corbelli (sì, qui abbiamo guardato il dizionario);
  • vi immaginate, andare a fare la spesa al supermercato con una bella gerla sulle spalle?
  • Troppo retrò? Uno zaino andrà benissimo, ne siamo certi.

I meme la sanno lunga

Si scherzava, nel mondo dei meme, sul “vero uomo”, che sarebbe quello capace di portare in casa tutti i sacchetti della spesa in un unico giro; il maschio in oggetto veniva invariabilmente rappresentato come un forzuto bodybuilder.
Avete presente quando, sovraccaricato, i manici della borsa della spesa di plastica iniziano a farsi cedevoli, poi piano piano ad allungarsi? Quando mancano ancora il vialetto di casa e quattro piani di scale, e sentite chiaramente i bordi di plastica biodegradabile sbrindellarsi, e vi vedete già come l’irlandese del 2001, e le scatolette di tonno che rotolano fragorosamente verso il piano terra? Ecco: il vero uomo non sarà meno vero se userà le shopper di cotone.