Ma davvero usate ancora i sacchetti di plastica? Oggi è la Giornata Internazionale senza sacchetti di plastica: proviamo a riflettere un po’?
In principio, c’erano le mani; e i nostri progenitori Homo sapiens sapiens, cacciatori-raccoglitori, dovevano arrangiarsi con i tanto sudati, dal punto di vista dell’evoluzione, pollici opponibili. Sia che dovessero trasportare il raccolto di bacche e radici che un’intera carcassa di animale faticosamente inseguito e abbattuto, i bipedi preistorici avevano il loro bel daffare a ragionare su recipienti e contenitori. Tanto più che le pitture rupestri ci raccontano battute di caccia e riunioni di tribù, ma non certo la dimostrazione a domicilio del rappresentante della Tupperware.
Scherzi a parte, il vero principio è in realtà il 1965, quando un ingegnere svedese brevetta per l’azienda Celloplast l’invenzione di Sten Gustaf Thulin, altro ingegnere svedese: il sacchetto di plastica.
Tuttavia, è negli anni Ottanta che le più grandi catene GDO americane iniziano a introdurre massivamente i sacchetti di plastica nelle loro filiali.
E la parola è proprio “massivamente”
Facciamo ora un salto in avanti nel tempo, tanto atterriamo sul morbido: quello del cumulo di 500 miliardi di sacchetti di plastica usati ogni anno.
La deriva che non ti aspetti
Nei primi anni Duemila, l’American Psychiatric Association inserisce nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali l’ansia indotta dall’incapacità di separare i lembi del sacchetto del reparto ortofrutta.
Questi gli aspetti psicosomatici del disturbo: insistenza ad umettare il pollice con la saliva; tendenza a soffiare con le labbra a culo di gallina; senso di sconfitta; deficit di vitamine dovuto alla rinuncia a comprare frutta e verdura.
Forse la parola è invece “stupidità”
Si stima che la maggior parte di quei 500 miliardi di sacchetti sia utilizzata per una ventina di minuti prima di ricadere nella categoria usa e getta. Eppure, sappiamo benissimo che ogni sacchetto impiega dai 500 ai 1000 anni per decomporsi… previo aver prima potenzialmente disseminato nell’ambiente una cospicua dose di microplastiche.
Dici anche tu no ai sacchetti di plastica!
E se non lo dici tu, prima o poi qualcuno lo dirà per te.
E quel qualcuno è il governo. Negli USA, ad esempio, il divieto istituito in cinque popolose città (per un totale di 12 milioni di cittadini) ha portato ad una riduzione del consumo di sacchetti monouso pari a 6 miliardi di unità per anno.
Il divieto può assumere varie forme, non ultima quella economica. Chi c’era quando l’Irlanda, primo Stato in Europa a farlo, introdusse una tassa di 0,15 centesimi di euro a sacchetto? Noi mediterranei si favoleggiava che, per non pagare quello che era visto come un mero balzello, gli irlandesi uscissero dal minimarket con pile di oggetti tenute in equilibrio sulla pancia e lattine di birra nelle tasche dei jeans.
In quattordici anni, oltre a trasformare le strade di Dublino in un covo di giocolieri, quella mossa ha ridotto la percentuale di sacchetti facenti parte del mix di inquinamento irlandese dal 5% ad un incredibile 0,13%.
Una questione di sinonimi (o quasi)
Non è facile - è una questione tecnica, economica, culturale - ma ci possiamo arrivare. Vi lanciamo qualche idea:
- le shopper in cotone e altri materiali naturali e durevoli, come la canapa;
- cesti, cestelli, canestri, panieri, corbe e corbelli (sì, qui abbiamo guardato il dizionario);
- vi immaginate, andare a fare la spesa al supermercato con una bella gerla sulle spalle?
- Troppo retrò? Uno zaino andrà benissimo, ne siamo certi.
I meme la sanno lunga
Si scherzava, nel mondo dei meme, sul “vero uomo”, che sarebbe quello capace di portare in casa tutti i sacchetti della spesa in un unico giro; il maschio in oggetto veniva invariabilmente rappresentato come un forzuto bodybuilder.
Avete presente quando, sovraccaricato, i manici della borsa della spesa di plastica iniziano a farsi cedevoli, poi piano piano ad allungarsi? Quando mancano ancora il vialetto di casa e quattro piani di scale, e sentite chiaramente i bordi di plastica biodegradabile sbrindellarsi, e vi vedete già come l’irlandese del 2001, e le scatolette di tonno che rotolano fragorosamente verso il piano terra?
Ecco: il vero uomo non sarà meno vero se userà le shopper di cotone.