Salute - 26 mag 2023

La teoria dei colori in bagno

No, non stiamo parlando di quali sanitari si abbinino meglio alle piastrelle che avete scelto.

I colori “al bagno” dei quali parliamo oggi non sono quelli dell’interior design, bensì quelli della salute.

Come una cartina di tornasole (o, se siete pedologi, le tavole Munsell), la pipì è un ottimo indicatore dello stato di salute del corpo, o almeno di diverse sue funzioni.

Se poi all’esame ottico si aggiungono gli esami da laboratorio, la sua capacità rilevatrice aumenta di molto.

In questo articolo ci concentriamo però sul solo aspetto visivo.

Quando è meglio non vederne di tutti i colori

Vi abbiamo accennato quando abbiamo elencato le 12 curiosità sulla pipì: il suo colore racconta molto di quello che avviene nel corpo.

Il punto di partenza è il colore giallo e, come prima regola, tutto quello che non lo è indica una condizione da indagare.

Per il resto, i toni di giallo indicano soprattutto il livello di idratazione: quasi bianco, state bevendo troppa acqua (non è un male, ma nemmeno serve a molto), mentre più si va verso il marrone, più si sta corteggiando la disidratazione - questa sì, una condizione da evitare.

Come dicevamo, altri colori sono segnali di qualcosa che non va.

Un simile discorso vale per la trasparenza: pipì cristallina ok, pipì opaca o torbida, decisamente non ok.

Per uscire dalle “acque basse” della disidratazione, esiste una sola ricetta infallibile: bere di più. Attestarsi attorno ai due litri, due litri e mezzo di acqua al giorno è sufficiente.

Non sono molti, ma tenete conto che gli effetti di una disidratazione anche non troppo accentuata sono subdoli e più che reali: cambia il modo in cui percepiamo la fatica, aumenta lo stress sul corpo, alcune attività cerebrali si trasformano, l’umore peggiora.

Nel contempo, una disidratazione lieve - anche blanda - tende a diventare cronica e ad essere ignorata: chi è disidratato spesso non se ne rende conto.

Vale insomma la pena di farsi quel bicchiere (di acqua) in più.

Detox sì, detox no?

Fughiamo ogni dubbio, contrastiamo ogni falso mito: il miglior detox in assoluto è la giusta idratazione. La promessa di un detox “migliore”, così come viene venduta dai produttori di beveroni color verde-spinacio e metodi per il benessere a 360°, si basa su elementi fallaci - non ultimo, quello del colore.

Il nostro corpo ha un modo infallibile per smaltire le tossine: filtrarle (è il compito di fegato e reni) ed espellerle tramite pipì, feci, sudore e respirazione.

La cosa stupefacente è che, almeno per livelli “gestibili” di tossine, il corpo fa tutto da solo, purché gli si fornisca l’elemento chiave per filtrazione ed eliminazione: l’acqua.

Rimanere idratati è la migliore ricetta per eseguire un detox regolare ed efficace, che peraltro ha il piacevole effetto collaterale di mantenere le vie urinarie pulite dai batteri.

Se poi si riesce a limitare l’ingestione di tossine - almeno per quello che possiamo fare volontariamente - tanto meglio.

E i beveroni, allora?

È presto detto: non esistono sostanze che magicamente possano captare le tossine e condurle gentilmente ad uscire dal nostro corpo. La fallacia del liberati dalle tossine in sette giorni sta proprio qui.

In modo del tutto simile alla leggenda del braccialetto di rame che fa affiorare tossine, impurità e emozioni negative, la pipì che, cambiando colore, dimostrerebbe l’efficacia del detox, è un falso. Qualsiasi cambiamento di colore, nonché la vantata “velocità” del detox, è legato alla maggior quantità d’acqua connessa al consumo dei beveroni.

Riassumendo: tornate ad idratatervi al meglio, mangiate sano, e le verdure preferitele in insalata.

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