Sostenibilità - 24 mag 2021

Il nostro futuro è nelle zampe di un’ape. Scopri perché.

C’era proprio bisogno di una giornata mondiale delle api? Perché celebrare un insetto a strisce che terrorizza tanto le nostre estati in giardino? Ti spieghiamo cosa accadrebbe in un futuro distopico, senza api.

Partiamo infatti dal dato più preoccupante: più del 40% degli invertebrati che garantiscono l’impollinazione (in particolare api e farfalle) rischiano di scomparire. Se questo, già di per sé, è un dato allarmante, ancora più critiche sarebbero le conseguenze di questa improvvisa scomparsa.

Tutti a dieta!

Le api forniscono deliziosi alimenti come miele, polline, pappa reale, cera e propoli. Sono preziose alleate della nostra alimentazione di tutti i giorni, più di quanto si pensi. Negli ultimi 50 anni la produzione agricola ha avuto un incremento del 30% grazie al contributo degli insetti impollinatori. Ma non solo: oltre il 70% delle colture agrarie beneficiano dell’impollinazione animale. Tre su quattro coltivazioni di frutti o semi per il consumo umano dipendono dalle api. A causa di discutibili scelte agricole come la monocultura, l’eliminazione delle siepi e l’impegno di pesticidi sintetici, l’ambiente è diventato decisamente inospitale per le api. Il risultato? In un mondo senza api saremo tutti a dieta. Niente più raffinati taglieri di formaggi presentati con miele e marmellate, fine del tè pomeridiano dolcificato, ma anche addio a molte varietà di cereali e di frutta.

No api… no party all’aperto

Vi sembrerà un controsenso, ma senza api possiamo anche scordarci le deliziose feste estive che tanto amiamo. Sì, quelle con i picnic sull’erba, le birre a fiumi, i baci sulle panchine più remote del parco e un Sebach pronto per ogni vostro bisogno. Questo perché le api sono il principale impollinatore di tantissime specie vegetali presenti sul pianeta. Senza l’impollinazione di questi insetti, circa il 70% delle specie vegetali si estinguerebbe in breve periodo. Immaginatevi un’estate senza beer garden, senza scampagnate all’aperto, senza picnic…a meno di non farle sull’asfalto (decisamente meno romantico).

A rischio anche il regalo dell’ultimo momento

Vi eravate segnati in calendario quel compleanno, è un mese che lo tenete d’occhio e quest’anno desiderate proprio stupire! Poi, il lavoro, la casa, la famiglia e quella nuova serie tv su Netflix vi hanno portato al fatidico giorno senza aver ancora acquistato il regalo. A chi non è capitato? Benedetto sia il fioraio all’angolo! Uno dei regali in assoluto più graditi da uomini e donne di tutte le età: un bel mazzo di fiori o una pianta da appartamento ed il sorriso è assicurato. Tutto questo è in serio pericolo. Si stima infatti che l’87,5% delle piante selvatiche in fiore del mondo dipendano dall’impollinazione animale per la riproduzione sessuale. Niente api? Addio anche al regalo salva-occasione per eccellenza!

Cosa possiamo fare per tutelare le api (e il nostro pianeta)?

Le api sono una preziosa risorsa e, come tale, va protetta. Eppure negli ultimi anni il numero di queste piccole amiche sta diminuendo in maniera allarmante. Noi di Sebach siamo da sempre sostenitori dei piccoli gesti che fanno la differenza, per cui ve ne suggeriamo 5:

  • Evitate l’uso dei pesticidi anche nei piccoli orti. Questi infatti sono la prima causa di apicidio!
  • Nutriamo le api con le piante di cui sono ghiotte. Basta un balcone o un piccolo giardino per piantare ad esempio rosmarino, tarassaco, salvia e trifoglio.
  • Ma quanto sono belle le siepi? Oltre a portare verde nelle città e tutelare i sempre difficili rapporti di vicinato, offrono un grandissimo aiuto per le api che qui trovano ripari sicuri.
  • Se si posa uno sciame d’ape nel vostro giardino non temete. Le api sciamanti sono molto mansuete perché hanno la borsa melaria piena di miele. Aspettate 24-48 h per vedere se si spostano scegliendo un nuovo sito, oppure chiamate un apicoltore della zona che sarà contento di effettuare il recupero.
  • Inquinamento e cambiamenti climaticisono da ascriversi tra le principali cause di moria delle api. Non si tratta solo di colpevolizzare le grandi industrie. Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte nei gesti di tutti i giorni.