La passerella rossa sotto ai piedi, il luccichio dell’artigianato contornato dal verde dei rami di abete e di vischio, il profumo della cannella, un bicchiere di vin brulé in mano, i jingle tutti xilofono e gioia che risuonano nell’aria.
Benvenuti nella stagione dei mercatini di Natale. Potremmo iniziare questo articolo dicendo che sono “amati e odiati” e che, come ogni cosa natalizia, riescono a dividere gli animi tra entusiasmo incondizionato e attitudine alla Grinch. In realtà i numeri contraddicono ampiamente questo stereotipo: da alcuni anni a questa parte, la popolarità dei mercatini di Natale è in crescita. Aumenta l’apprezzamento - basta guardare alle presenze di pubblico - e aumenta la “superficie”: i mercatini sono sempre più grandi, le bancarelle sempre più numerose, l’offerta sempre più diversificata.
Primo consiglio: il più bello
Basta una veloce ricerca sui social per scoprire quello che da sempre è considerato il mercatino di Natale più bello d’Italia.
Il luogo è Merano, la cornice è quella di una montagna curata e precisa - quella altoatesina - lo spirito prende a piene mani dal mondo mitteleuropeo, anche perché gli eventi altoatesini sono tra i più antichi d’Italia.
Tra i mercatini nostrani che stanno scalando la classifica del più bello segnaliamo anche Verona e Aosta.
Una giornata per tutti
Se c’è una cosa che i mercatini di Natale sanno fare egregiamente, è quella di trovare un punto d’incontro tra diversi modelli turistici. Solo un occhio superficiale infatti può ancora legare la giornata al mercatino alla “famiglia con figli piccoli”. Sono sempre di più infatti le giovani coppie che redigono veri e propri itinerari di viaggio da seguire, di weekend in weekend, in giro per l’Italia.
Tra i complici di questa tendenza, i social: l’atmosfera cozy del Natale è decisamente instagrammabile. Dalla parte opposta dello spettro, il weekend ai mercatini è apprezzato anche dalle coppie mature, che approfittano del fuori porta per una vacanza di relax o, perché no, di rinnovato romanticismo. Per questi ultimi, spesso a decidere è la disponibilità della seconda casa.
La crescita dell’interesse nei confronti dei mercatini di Natale porta un piacevole effetto collaterale. Città, borghi, paesini si impegnano per affiancare alle bancarelle un’offerta più ampia di intrattenimento e cultura. Ecco quindi che nel piccolo borgo di montagna i musei etnografici offrono aperture straordinarie altrimenti impensabili durante la stagione invernale, oppure si organizzano mostre ed esposizioni temporanee, concerti e spettacoli itineranti di carattere non strettamente natalizio.
Lodge, con la sua estetica, calda e naturale è prodotto più richiesto per i mercatini di Natale. Esplora le caratteristiche di Lodge , oppure scopri tutte le nostre soluzioni per il settore Eventi.
Secondo consiglio: i mercatini curiosi
Si tratta in realtà di tre consigli diversi. Lo sapete che a Gubbio si realizza ogni anno l’albero di Natale più grande d’Italia: è alto 750 metri, occupa un intero versante collinare, ed è composto da più di 700 luci.
A Finale Ligure viene invece costruito il più bel villaggio di Babbo Natale: ci si può dormire dentro.
Infine, la Brick House di Arezzo, che nei giorni dei mercatini di Natale della città si rinnova: 2 milioni di mattoncini, tre piani zeppi di opere d’arte e riproduzioni di monumenti celebri - anch’essi in Lego - e laboratori. Non mancherà un villaggio natalizio in Lego che partecipa al Guinness World Record.
Il mercatino di Natale: tradizione o trend?
Rispondere a questa domanda è piuttosto difficile. Di certo i più tradizionalisti, gli amanti di un Natale più “caldo” e “vero” (anche se questi aggettivi hanno diverse interpretazioni), potrebbero avere di che storcere il naso.
Nelle settimane in cui il mercatino è attivo, il centro storico che lo ospita è congestionato e irriconoscibile, l’accento è messo sul commercio più che sui valori, parte dell’atmosfera tradizionale viene barattata con elementi globalizzati: le “capanne” di legno sono spesso standardizzate, il feeling è lo stesso lungo tutto l’arco alpino o in tutti i borghi del Centro Italia, e i food truck portano cibi non proprio coerenti. Vedi alla voce “panzerotto pugliese” di fianco allo strudel.
Così, l’onere di fare la differenza spetta soprattutto al contorno ambientale: a parità di mercatino di Natale, il carattere della città ospitante e il paesaggio circostante contribuiscono alla decisione di passare del tempo in una località piuttosto che in un’altra.
È per questo che da fine novembre all’Epifania, l’offerta turistica ruota attorno ai mercatini di Natale, combinando il soggiorno in un hotel di design - irrinunciabile la spa, soprattutto nelle località montane - con la logica del last minute, fondamentale per convincere anche chi non si decide fino all’ultimo.
A questo punto, non resta che scegliere, tra il turismo di prossimità - eventualmente, a raggio regionale - o il weekend fuori porta in una location europea.
Terzo consiglio: ritorno alle origini
Se avete il piglio del turista attento alla storia, potrebbe risultare curioso visitare il luogo in cui i mercatini di Natale sono nati: la Germania. Qui, nel corso del XIV secolo, i mercati invernali si sono gradualmente trasformati nei mercati di San Nicola, con la vendita di prodotti artigianali e dolci che man mano ha affiancato quella di carne ed altre derrate alimentari. Ad oggi in Germania si contano tra i 2500 e i 3000 mercatini di Natale.
I mercatini tedeschi - specie in Baviera e in Svevia - mantengono un’atmosfera peculiare, ferma nel tempo.
Il Glühwein - il vin brulé bavarese - è d’obbligo, meglio se accompagnato dal panforte di Norimberga.