Letture da bagno, Lifestyle - 16 set 2024

Come cane e gatto. O meglio, come i loro padroni

Amici pelosetti, oggi parliamo di voi. Oppure no, dato che non avete diritto di replica. E allora, ci rivolgiamo ai vostri padroni.

Elio - quello delle Storie tese - lamentava la pupù di cane in giro per la sua Milano, così frequente da costringerlo a ricorrere fin troppo spesso al famigerato bastoncino con il quale toglierla dalle suole delle scarpe. Fuori dalle porte italiane - specie nei paesi rurali - ma anche tra le piante dell’orto e tra un vaso e l’altro in giardino, c’è da tempo immemore il boom degli esemplari di Bottiglia plasticensis piena. Tengono lontani i gatti, vi diranno. E poi c’è l’improvvisa epidemia di sacchettini di deiezioni canine, che cominciamo a vedere proprio dappertutto: di fianco ai cassonetti - non dentro, ci raccomandiamo - come in spiaggia; sulla vetta di cime apparentemente inaccessibili, come appoggiate su panchine e muretti. Il fatto è che anche i nostri amici a quattro zampe hanno i loro bisogni. Proviamo allora un po’ di antropologia della fisiologia.

Prima di cominciare, alcuni numeri

Lasciamo parlare la statistica. L’Italia ospita circa 32 milioni di animali domestici ed è, in questo, al secondo posto della classifica europea; si tratta di un animale ogni due persone. Come sono distribuiti? Il 36% degli italiani possiede almeno un cane, il 33% almeno un gatto. E le relazioni? Beh, vi basti sapere che secondo un sondaggio IPSOS, il 79% degli italiani considera gli animali alla stregua di membri della famiglia. Detto questo, scendiamo nello specifico. I gatti fanno pipì dalle 2 alle 4 volte al giorno; un cane dovrebbe farla ogni 6-8 ore.

Dal punto di vista dei cani

Daniele Luttazzi amava raccontare di come gli alieni in procinto di conquistare il Pianeta Terra avrebbero tentato di capire gli equilibri che vi avrebbero trovato. Ci avrebbero tenuti d’occhio per un po’, e avrebbero notato degli animali bipedi che si prodigavano a raccogliere la pupù fresca di alcuni quadrupedi (ai quali peraltro erano collegati da un pezzo di corda, fettuccia o catena). Questi ultimi, avrebbero concluso gli alieni, erano probabilmente la razza dominante sul pianeta.

Qualcuno dirà che è vero, anche se in realtà - ad un freddo rapporto antropologico - la questione sembra più incentrata sullo scambio di ripicche:

  • il cane “costringe” il padrone a uscire di casa ad orari antelucani,
  • il padrone strattona il guinzaglio sul più bello,
  • c’è il già nominato sacchetto da usare e capire dove mollare,
  • finalmente liber(at)o e felice, il cane potrebbe godersi gli odorini del mondo esterno ma…
  • è ora di tornare a casa perché adesso è la vita dell’umano a doversi movimentare. E via dicendo.

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Dal punto di vista dei gatti

Ah, il gatto: incomprensibile, superiore spirito alieno (ma non quello di Luttazzi). Il gatto decide, il gatto sceglie. Se il cane è il servo fedele, il gatto è il padrone del quale non sapevi di avere bisogno. Il gatto “ti degna”, ma solo quando ne ha voglia. Soprattutto, il gatto sta bene anche da solo, è già tanto che si accorga che sei uscito di casa. Il gatto è sommamente indipendente. Tutto vero. Eppure, poi, il grido di allarme: oddio umano, la lettiera è piena e sporca, cosa facciamo adesso? Questo perché i gatti sono dei gran schizzinosi, ossessionati dalla pulizia del pelo, e reagiscono come noi all’idea di entrare in un bagno sporco. Almeno, in questi casi, noi non la facciamo sulla moquette.

PS Vi ricorderete anche, nei bagni troppo piccoli e male organizzati, delle mensole dalle quali l’immancabile telefonino - vero re delle cadute in bagno - finiva immancabilmente nella lettiera del gatto. Lo ribadiamo: nella lettiera del gatto.

E le bottiglie d’acqua?

A questo punto, vale la pena di chiarire una volta per tutte il tema delle bottiglie d’acqua. Servono davvero, o sono inutili? La seconda che avete detto. Questa leggenda metropolitana è stata gonfiata negli anni Ottanta, assurgendo allo status di verità scientifica. A guardarla con gli occhi del poi, le spiegazioni rispondevano a quel mix affascinante di ingenuità e complottismo: ai gatti non piace l’acqua; il riflesso li acceca, facendoli desistere; i cani naturalmente eviterebbero di contaminare le fonti d’acqua, e quindi di farvi la pipì vicino; infine, perché così il padrone di casa avrebbe dell’acqua a portata, con la quale lavare l’offesa al suo stipite. Peccato che di fondamenti scientifici non se ne vedano, e che per raggiungere lo stesso effetto basti usare dei repellenti (anche e soprattutto naturali). Un motivo in più per rinunciare alle bottiglie di plastica.