È uno dei luoghi più chiacchierati, ironizzati, scherzati (ne sappiamo qualcosa). Ma per 3,5 miliardi di persone, il rapporto con la toilette non è per nulla rose e fiori. E non è una battuta.
Ci si scherza sempre, sul bagno. Le battute cameratesche sono all’ordine del giorno; è un tripudio di suoni ed odori; il commento (spesso autoironico) sulle idiosincrasie che si esprimono tra i sanitari è un classico intramontabile. E poi c’è la vita reale di quasi la metà della popolazione umana, che un bagno pulito non ce l’ha. Che la privacy: questa sconosciuta. E che non può dare per scontati quelli che noi, quassù nel primo mondo (espressione che purtroppo non passa mai di moda), consideriamo delle ovvietà: un rubinetto che ci offre acqua potabile, lo sciacquone, una serratura alla porta del bagno. Il 19 di questo novembre, il World Toilet Day - la giornata di sensibilizzazione sul tema della disponibilità di servizi igienici puliti e sicuri - ci dà tre “P” sulle quali riflettere: pace, protezione, progresso.
La toilette è un luogo di protezione
1974, Francesco Guccini canta: nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento. Il bagno è da sempre visto come una roccaforte, un buen retiro, un rifugio nel quale si è risparmiati dai rumori della vita quotidiana, nel quale la peace of mind è ancora più profonda che non dopo una sessione avanzata di mindfulness. E se non fosse così? E se - per parafrasare un altro cantautore italiano - quella stanza non avesse non diciamo una serratura, ma nemmeno più pareti? Se non fosse tranquillo abbastanza da permetterci di espletare alcuni tra i bisogni più intimi della nostra natura nella privacy, uno dei quei momenti che ci rendono completamente inermi? E se quel luogo sicuro e personale proprio non esistesse?
La toilette è un luogo di progresso
Ci sono correlazioni stringenti tra la disponibilità di servizi igienici sicuri, e la possibilità delle persone di crescere al meglio delle proprie possibilità. Questo è quanto più vero quando si parla di ragazze e di donne: lo sapevate che, nel sud del mondo, l’assenza nelle scuole di luoghi nei quali gestire le mestruazioni, contribuiscono all’abbandono scolastico delle ragazze (puoi leggere qui quello che succede in Africa)? E che in diversi Paesi, la mancanza di locali igienici espone le donne al rischio di subire violenza, in quanto devono uscire di casa - spesso di notte - per cercare un luogo nel quale liberarsi?
La toilette è un luogo di pace
Un bagno non è per sempre. Non ci si pensa, ma la possibilità di usufruire di servizi igienici è sotto minacce costanti: conflitti, cambiamento climatico, disastri naturali, gestione approssimativa, trasandatezza. Le conseguenze non sono solo di ordine sociale e psicologico, ma anche ambientale e sanitario: inquinamento, impossibilità di accedere all’acqua potabile, diffusione di infezioni. Qualche esempio? Nella Florida colpita dall’uragano Milton, il Dipartimento per la Salute mette in guardia: gli impianti di depurazione possono smettere di funzionare, mentre l’acqua può assorbire sostanze inquinanti dalle vicine attività produttive. In Palestina, si parla di una vera “crisi dei sistemi igienici”, che contribuisce a diffondere malattie e infezioni. In Sudan, l’instabilità politica, i conflitti e l’ambiente si traducono in numeri impressionanti: 17 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile, 24 milioni a servizi igienici adeguati, più di 10 milioni praticano la defecazione all’aperto.
Soluzioni?
L’obiettivo dell’ONU è ambizioso: Sanitation for all - servizi igienici per tutti - entro il 2030. Possiamo farcela? Forse. Di un tentativo in questa direzione abbiamo parlato a suo tempo, e i risultati - a distanza di dieci anni tondi - ce l’abbiamo sotto gli occhi. Ci riferiamo a Swachh Bharat (o Clean India Mission), la campagna indiana mirata a eliminare la defecazione all’aperto e a creare un sistema funzionale di gestione dei reflui. I risultati: 100 milioni di toilette individuali costruite, 6 milioni di bagni pubblici realizzati, l’utilizzo del bagno (rispetto alla natura) salito al 91,3%, una riduzione sensibile delle violenze sulle donne e un aumento della loro dignità. Rincuorante? Secondo noi, sì. E da azienda che da quasi quarant’anni si occupa di fornire bagni funzionali e puliti, sappiamo che la missione è tosta, ma che con impegno e perseveranza è raggiungibile.