Ogni settembre si celebra la Giornata mondiale del benessere sessuale. Il tema di quest’anno - il consenso - potrebbe sembrare banale… ma non è così.
Risolviamo da subito l’inversione del titolo. Se per il parlarne è il caso di fare davvero il contrario - more talking - quando ci rivolgiamo all’azione, la risposta non è un generico “farne di più” o “farne di meno”, perché il benessere sessuale non è (soltanto) una questione di numeri. Così come parlarne di più non significa fare battute caciarone per ostentare sicumera, come avrebbero cantato gli Elio e le storie tese.
Il benessere sessuale, secondo la definizione dell’OMS, è “uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità”. Non solo l’assenza di malattie o disfunzioni, bensì una condizione che riguarda ogni aspetto della vita umana. Da 13 anni - tante le Giornate celebrate finora - l’accento è posto proprio sulla comunicazione, vera porta per il benessere.
Tre motivi per cui more talking è meglio
Uno. Una ricerca del 2019 (ma non è la prima nel suo genere) ha stabilito che parlare di sesso nella coppia fa bene al sesso stesso, e passateci quest’abbondanza di doppie esse. Se ne dovrebbe parlare come si fa di un argomento comune, senza prurigini e balbettii.
Due. Approfondendo, scopriamo che il 76% delle persone intervistate in un altro studio, ritengono fondamentale che durante il sesso si esprima chiaramente quello che piace e quello che non piace.
Tre. Anche il dirty talk, il “parlare sporco”, è più che lecito, in quanto attiva l’udito (e non serve che ribadiamo come il sesso benefici di tutti e cinque i sensi) e aumenta i battiti cardiaci e l’eccitazione. Unica avvertenza? Si deve essere d’accordo entrambi. E così ci muoviamo verso il nocciolo della questione.
Tre motivi per cui il talking andrebbe fatto bene
Uno. Lo stiamo vedendo in giro, e per fortuna: c’è una nuova sensibilità nei confronti di ammiccamenti e doppi sensi, ai quali è riservato un posto sempre più circoscritto. Sarà stato il #metoo, sarà la centralità contemporanea dei temi dell’identità sessuale e dell’inclusione, fatto sta che battutine che fino a poco tempo fa erano all’ordine del giorno, oggi non fanno che rovesciare gli occhi di chi non ne può davvero più.
Ok boomer, insomma, con buona pace del Rocco delle patatine in sacchetto.
Due. La sessualità ha un ruolo molto forte nel determinare la nostra zona di comfort. Avete mai visto la serie tv Mad Men (se non l’avete fatto correte ai ripari, è un classico del genere)? Ok che è ambientata negli anni Sessanta, ma la violenza con la quale i confini delle donne vengono calpestati sul luogo di lavoro (per fare un esempio) lascia davvero un senso di profondo fastidio. Il sesso sta bene sotto alle lenzuola, mentre - passateci il termine - non è elegante quando viene sbattuto in faccia alle persone.
Due e mezzo. Siamo chiari: questo vale per qualunque genere e orientamento sessuale.
Tre. Comunicare non è monologare, ma è ascoltare il proprio interlocutore (e capire quello che dice). Il che apre la porta al tema della Giornata di quest’anno: il consenso.
More talking, more asking
Consenso: è una parola talmente ovvia che dovrebbe essere connaturata al rapporto tra due persone rispettose, eppure non lo è, ed è per questo che vale la pena di parlarne e parlarne ancora.
Il more talking che vogliamo è quello delle domande. È quello che si accerta che tutti e due la pensiamo allo stesso modo. È quello che, ricevuto un no, si ferma lì.
È quello che rispetta i confini altrui.
Giusto per chiudere, tre appunti veloci sul consenso
Uno. Se da una parte il consenso serve a impedire il nascere di situazioni spiacevoli, dall’altra è la porta per una vera intimità sessuale. E l’intimità porta al benessere sessuale.
Due. Il tema è complesso, perché a definire la sensibilità nei confronti del concetto di consenso non è solo la nostra attitudine personale, ma sono anche educazione e società. In alcuni Paesi se ne parla da un po’, qui da noi… un po’ meno.
Tre. Consenso non riguarda solo la fatidica domanda - vuoi venire a letto con me? - ma riguarda anche tutti quei gesti che gli smartphone, i social e la tecnologia in genere hanno reso così facili da banalizzarne il senso: dallo stalking all’invio di foto intime. Seduttor avvisat…