Un uomo si perde in un paesino di campagna, scende la nebbia, deve usare il bagno. Ed è subito paura.
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Era ovviamente una notte buia e tempestosa. S’è mai visto un racconto di paura iniziare in una tranquilla giornata di sole al parco? Era una domenica sera in un piccolo paesino di provincia, tutti i locali erano chiusi, e un povero disgraziato si era perso nella campagna toscana, gli si era rotta la macchina e si aggirava per le strade deserte in cerca di un bagno mentre aspettava il carro attrezzi. Ovviamente, il telefonino non prendeva e la ragazza l’aveva lasciato per il suo migliore amico pochi giorni prima. Quando pensava ormai di aver perso ogni speranza di incontrare anima viva o anche solo un bar dove comprare un caffè prima di dirigersi di corsa verso il bagno, sentì da lontano il cigolio di una porta che lo fece rabbrividire. Come nei migliori film horror in cui i protagonisti avvertono chiaramente una sensazione di pericolo ma decidono di ignorarla così da finire invariabilmente nelle mani di un serial killer che da anni divide la soffitta con la mamma imbalsamata, così il giovane appiedato e a questo punto nemmeno molto perspicace decise sarebbe stata un’idea fantastica quella di capire da dove venisse quel rumore. La nebbia si stava alzando e stava cominciando a stiracchiare i suoi tentacoli per le strade deserte. Ci volle poco per far perdere il senso dell’orientamento al nostro fortunello. L’unico punto di riferimento che gli rimaneva era quel cigolio che si faceva sempre più insistente, come se qualcuno fosse in pericolo e stesse chiamando aiuto. Si muoveva lentamente, stando attendo a non allontanarsi troppo dai muri che sembravano apparire e sparire nella nebbia. Il cigolio cresceva, e con esso anche la sua paura di non poter resistere a lungo. Se non avesse trovato un bagno in fretta, le conseguenze sarebbero state disastrose. Tutta colpa di quel maledetto cavolo con la cotica. Se non ne avesse accettata un’altra porzione, non avrebbe dovuto fermarsi, la macchina avrebbe continuato a funzionare, e ora non si troverebbe perso nella nebbia in balìa di un mal di pancia clamoroso e di un rumore di sottofondo che non riusciva ormai a togliersi dalla testa. Il suo passo si era fatto ormai veloce, sembrava scappare da qualcosa, ma dentro di sé sapeva bene che non poteva scappare da quello che gli scappava. Quand’ecco che ad un tratto il rumore si fece più vicino e forte e, girato un angolo, si trovò in una piccola stradina dove l’asfalto era stato rimosso e un piccolo cantiere aspettava di essere riaperto la mattina dopo. Il rumore ora era diventato vicinissimo, e lui si accorse con grande sollievo che si trattava della porta di un bagno mobile che gli operai si erano dimenticati di chiudere e che ora sbatteva a causa del vento. Tanto fu il suo sollievo che si mise a correre, senza notare che l’aria era assolutamente immobile. Non appena fu entrato, la porta del bagno mobile sbatté con violenza e lui si trovò intrappolato. Cominciò a battere contro i muri finché non potè più resistere e si fermò ad usare il bagno. Il bagno mobile cominciò a tremare, a muoversi da una parte all’altra come volesse mettersi a camminare. Poco dopo, calò un terribile silenzio e poi, come un fulmine a ciel sereno, una gran risata. L’uomo ormai era completamente fuori di sé dalla paura, quando sentì una voce di donna tuonare da poco lontano: “Bambini, se ‘un la piantate di spaventare i forestieri l’anno prossimo a Halloween vi si chiude nei Sebach e vi si fa uscire a Natale!”.