Questo settembre è un mese caldissimo… ma non solo per le temperature. Tutti i matrimoni rimandati negli ultimi due anni sono stati finalmente organizzati in queste poche settimane.
Lo stereotipo vuole che i matrimoni siano un incubo per gli invitati: il caldo, il colletto della camicia che stringe, la noia del pranzo interminabile… Ma ci avete mai pensato a come lo vivono gli sposi, quando sono proprio gli ospiti a fare di tutto per non collaborare?
Abbiamo raccolto le sette peggiori tipologie di invitati.
1. Il latitante
RSVP è la formula universale per chiedere conferma della partecipazione all’invito.
C’è chi non conferma perché convinto che la sua presenza sia scontata. Ci sono quelli che tengono gli sposi in forse fino all’ultimo, sventolando impegni di lavoro e scuse familiari. E ancora, c’è chi non dà segno di vita e aspetta la telefonata degli sposi per confermare o declinare l’invito.
Infine, c’è il girone più buio: quello riservato a chi conferma da subito, per poi bidonare il giorno stesso. ”Qualcuno l’ha visto in chiesa?” “Ma ha mandato un messaggio?”
Da qui alla denuncia di scomparsa il passo è breve, mentre il cameriere continua a chiedere se può servire il risotto anche in quel piatto.
2. Quello che si presenta con il +1
Ripetiamolo tutti insieme: se sulla partecipazione c’è un solo nome, l’invitato è uno solo.
Il +1 dev’essere sempre proposto dagli sposi, dato che non è per niente cortese imporre l’altrui presenza. Tanto più che un ospite non conteggiato mette a soqquadro qualsiasi tableau marriage.
Il girone più buio: chi porta un +1 direttamente dalla lista nera degli sposi.
3. Il molesto
Uomini e donne, a rapporto: nessuno è escluso da questa categoria. Lo zio che fa il simpatico con tutte, l’amica che urla per attirare l’attenzione, quello che è già brillo all’aperitivo.
E poi il fotografo improvvisato che si piazza davanti a quello ufficiale, il bambino che urla perché niente di ciò che viene servito è di suo gusto, la zia che ammorba gli invitati con imbarazzanti aneddoti sull’infanzia dello sposo.
Il girone più buio: l’immancabile (sì, di solito è un uomo) con le barzellette imbarazzanti. Fate in modo che non raggiunga il microfono!
4. Il criticone
I fiori, la musica, la location, l’abito, il cibo e chi più ne ha più ne metta... c’è sempre quello che ha da ridire su tutto! Accontentare tutti è impossibile, ma la festa comunque è degli sposi!
Il girone più buio: chi fomenta i vicini di tavolo per sentirsi dare ragione.
5. Quello che il dress code, cos’è?
Il galateo è chiaro su come vestirsi ad un matrimonio, e negli anni molte regole si sono ammorbidite. Al netto che si tratti di un ricevimento particolarmente sofisticato, sembrerebbe quindi difficile sbagliare completamente outfit… e invece.
Ad ogni matrimonio si osservano almeno: n.1 minigonna inguinale, n.2 abiti troppo vistosi, n.1 camicia aperta sul petto, n.3 look da discoteca in località balneare. Le cravatte sembrano rischiare l’estinzione.
Il girone più buio: l’invitata in total white (e vale anche per i colori panna o altre gradazioni troppo chiare). Davvero non lo sapevi?
6. Quello che il buffet… è un affare personale
Che si tratti degli antipasti, del vino, dei dolci o della confettata finale, ci sarà sempre l’invitato che si piazza davanti al buffet e da lì non si smuove.
Durante i matrimoni ogni dieta è bandita, ma come fai a non odiare quelli che, ben piazzati tra i fritti e il pesce crudo, ti fanno notare che sei tu, ad essere già al secondo giro?
Il girone più buio: gli invitati che, fazzoletto alla mano, riempiono le borse di ogni bendidio. Sprecare il cibo è assolutamente vietato, ma forse è più educato chiedere al catering di preparare una doggy bag.
7. Gli eterni del bagno
Infine, ecco quelli che approfittano dei bagni (specie se sono lussuosi tanto quanto la location del matrimonio) per isolarsi dall’evento. C’è chi preferisce scrollare il feed di Instagram pur di stare al tavolo con gli altri, e chi vuole sfuggire ai balli di gruppo. E ci sono anche… quelli della scappatella.
Il girone più buio: chi si rintana in bagno durante il lancio del bouquet per scongiurare l’eventualità di essere il prossimo a dover gestire questi stessi invitati.