Nella giornata mondiale della democrazia, vi spieghiamo perché l’accesso a servizi igienici adeguati non è solo un diritto, ma anche un impegno che coinvolge tutti.
embrerà forse un po’ strano, ma la democrazia passa anche dal bagno. Meglio ancora, dal diritto all’accesso a bagni che permettano a tutti di vivere in condizioni igienico-sanitarie dignitose.
Con la Risoluzione 70/169 del 2010, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha per la prima volta riconosciuto il diritto all’acqua e ai servizi igienici lo status di diritto umano fondamentale, aprendo le porte per una serie di programmi e obiettivi di sviluppo per l’accesso a servizi igienici adeguati per tutti entro il 2030. Ciononostante, secondo un programma di monitoraggio condotto da World Health Organisation e Unicef nel 2015, circa 2.6 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a servizi igienico-sanitari di base, cioè strutturati in modo da contenere materiali biologici evitando che vi sia contatto diretto con le persone.
E se i bagni chimici costituiscono la scelta privilegiata del mondo occidentale per sopperire alla mancanza di servizi igienici permanenti, la ricerca di soluzioni economicamente sostenibili per quelle zone del mondo che vivono in povertà è una priorità sempre più pressante.
Il problema della mancanza di servizi igienici accessibili a tutti si manifesta nelle zone rurali così come nelle grandi città. Secondo una ricerca condotta da Wateraid, ong leader nella campagna per il diritto ai servizi igienici, più della metà della popolazione mondiale vive in agglomerati urbani e più di 700 milioni di persone vivono in quartieri poveri completamente privi sia di bagni sicuri e puliti, sia di fonti di acqua potabile. Giusto per rendere l’idea, è un po’ come se ci fosse una coda lunga 29 volte la circonferenza del pianeta che attende di andare al bagno. Di questi 700 milioni, 100 sono costretti a svolgere i propri bisogni all’aperto, senza nemmeno poter ricorrere a pozzi o secchi, per quanto rudimentali.
Una delle conseguenze della mancanza di strutture sanitarie adeguate è il mantenimento del circolo vizioso che collega analfabetismo e povertà, povertà e isolamento sociale. Infatti, non solo circa 1,5 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono a causa di malattie legate alla carenza di igiene, dalla dissenteria al colera. Ma, a causa dello stesso tipo di malattie, ogni anno milioni di bambini perdono circa 443 milioni di giorni di scuola, e moltissimi adulti non riescono a conservare il proprio lavoro. Per le bambine e le giovani donne, questa situazione è doppiamente traumatica dal momento che la gestione del ciclo mestruale in mancanza di servizi igienici adeguati diventa una fonte di ulteriore difficoltà ed emarginazione sociale. Idem per le persone disabili, che oltre a misure igieniche soddisfacenti necessitano di standard di accessibilità raramente soddisfatti.
È dunque una responsabilità di tutti prendere coscienza delle grandi limitazioni che la mancanza di servizi impone sulla maggioranza della popolazione mondiale. Vale la pena pensarci su, la prossima volta che andiamo al bagno.