Non siamo impazziti e non stiamo remando contro il nostro interesse.
Ogni tanto, ripassare la storia fa bene: per ricordare le imprese degli uomini e delle donne che hanno usato intelletto e ingegno per farci arrivare dove siamo ora, ma anche per non dimenticare quanto fortunati siamo.
Perché i nonni che hanno visto scorrere buona parte del Novecento, specie nelle campagne italiane, spesso ce lo raccontano: nel secolo che associamo al progresso tante, tantissime famiglie sono cresciute in case che non avevano il bagno. Con le conseguenze che (fortunatamente) possiamo soltanto immaginare: il corredo di pitali e secchi, le uscite notturne quando la natura chiamava.
Mettetevi comodi, allora: noi entriamo in “modalità Angela” e vi raccontiamo tutto.
In tempi non sospetti
Ok, questo dato è sorprendente. Le prime latrine munite di un sistema di pulizia e igienizzazione idraulica risalgono al Neolitico: è il 3000 avanti Cristo, e in Inghilterra si deviano i ruscelli per sciacquare strutture dedicate. Tenete d’occhio il luogo, perché non finirà di sorprenderci.
Tra l’altro qualche tempo dopo - diciamo il 600 avanti Cristo se ci fidiamo della letteratura - Ercole si ritrova a risolvere una bega non da poco: la pulizia delle fetentissime stalle di Augia. Ora, per un patto divino il bestiame di questo Augia poteva moltiplicarsi indefinitamente; il sogno di ogni allevatore, salvo i problemi che l’accumulo di letame causava nei dintorni, e i nugoli di mosche che oscuravano il cielo.
Aspettate, dove l’abbiamo già sentita questa?
Ercole probabilmente si ispira ai nostri neolitici, e devia un fiume per pulire le stalle.
In realtà, nei millenni precedenti l’anno zero, diversi popoli si cimentano (pare con successo) nella creazione di locali a uso toilette e in sistemi più o meno avanzati di pulizia. Gli ittiti, ad esempio, non solo inventano il tubo di creta, ma lo immagino fatto di segmenti, in modo che le sezioni danneggiate potessero essere sostituite facilmente; la civiltà di Harappa, lungo il fiume Indo, aveva sistemi estesi e ben pianificati di fognature e tubazioni.
Poi arrivano i romani, che hanno i bagni in casa ma non gli sciacquoni - si usano flussi d’acqua corrente; e infine la caduta dell’impero, con diversi documenti che testimoniano nei secoli successivi una stringente necessità di riparazioni alle tubature… ma gli ittiti, così come gli idraulici contemporanei, non si trovano più.
La questione del tirare
È l’era del secchio e del pitale, quindi. Il fatto è che avere un water, una turca o qualche altra diavoleria “fissa” in casa comporta alcuni problemi: lo svuotamento, la pulizia, l’eliminazione degli odori.
Lo sciacquone - tassello fondamentale del discorso - viene inventato da Sir John Harington solo nel 1596 (l’abbiamo raccontato qui), ma ci mette un po’ a diffondersi - anche la Regina è scettica.
Intanto, nel 1797, William Feetham inventa la doccia moderna: è inglese, Feetham, come l’Harington di cui sopra e il Crapper che nel 1885 realizza la prima tazza di ceramica con sciacquone. Coincidenze?
Da stanzino nascosto a luogo da mostrare
Il secondo dopoguerra riporta la stanza da bagno nell’orizzonte di architetti e progettisti, mentre le evoluzioni del gusto lo trasformano in un luogo di incessante sperimentazione estetica, un argomento da rivista di moda, una stanza da mostrare agli ospiti.
E così oggi, per sopperire alla “banalità” dell’aver uno o più bagni in casa, ecco i bagni delle star, eccessivi e preziosi, e la corsa a improbabili arredi e accessori kitsch. C’è di che soddisfare la vostra curiosità: noi continuiamo a lavorare sulla nostra specialità - i bagni da esterni - facendo di tutto perché la qualità dell’esperienza non abbia nulla da invidiare a quella dei bagni di casa!