Il Goal 6 dell'Agenda Onu è quello di garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti. Perché sì, qualcosa di semplice come un gabinetto funzionante è un vero e proprio lusso per miliardi di persone.
L’acqua è una delle risorse fondamentali per la sopravvivenza umana, un bene primario, universale, spesso dato per scontato: nei Paesi occidentali, la percezione prevalente nei cittadini è che l’acqua sia una risorsa illimitata e sempre a portata di mano.
Secondo gli ultimi dati Istat sul consumo di acqua nel nostro Paese, l’Italia si colloca in seconda posizione tra i Paesi dell’Unione europea per il maggior prelievo di acqua per uso potabile pro capite. Ogni giorno consumiamo in media 215 litri a testa per attività che riteniamo a ragione di prima necessità, come fare la doccia o scaricare lo sciacquone del water, ma che spesso provocano uno spreco d’acqua considerevole, se pensiamo che una doccia di cinque minuti consuma fino a 90 litri e ogni volta che tiriamo lo sciacquone utilizziamo dagli 8 ai 16 litri.
Spesso, il facile e immediato accesso all’acqua grazie a toilette presenti praticamente in tutti i luoghi pubblici e privati, ci fa dimenticare quanto potremmo fare per limitare l’uso di questa preziosa risorsa.
Da una parte, quindi, il consumo eccessivo e gli sprechi dei Paesi in cui l’accesso è garantito. Dall’altra, la mancanza di acqua potabile pulita e di servizi igienico-sanitari idonei che colpisce più di due miliardi di persone in tutto il mondo, in modo particolare nelle aree rurali e nei Paesi più poveri. Eppure, è un diritto umano fondamentale riconosciuto dall’assemblea generale dell’Onu, che discende di fatto dall’art.3 della dichiarazione universale dei diritti umani del 1948: ciascuno ha il diritto alla vita.
Nel 2010, il diritto di accesso ad acqua potabile e a servizi igienico-sanitari
adeguati è stato sancito anche a livello giuridico dalla Risoluzione 15/9 del
Consiglio dei diritti umani e, nel settembre 2015, è stato inserito fra i
diciassette obiettivi da raggiungere entro il 2030 dell’Agenda 2030 per lo
Sviluppo Sostenibile, il “programma d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità sottoscritto dai 193 Paesi membri dell’Onu”.
Acqua e igiene: il Goal 6 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile
Secondo le Nazioni Unite, acqua potabile e servizi igienico-sanitari sicuri devono essere una priorità per tutti e il Goal 6 dell’Agenda 2030 ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo sostenibile, anche se è uno dei più critici.
Il Goal 6 è stato suddiviso in otto target, il secondo dei quali si riferisce nello specifico all’accesso a servizi igienico-sanitari adeguati ed equi per tutti, prestando particolare attenzione ai bisogni delle donne e di coloro che si trovano in situazioni vulnerabili. Circa il 13 per cento delle donne del mondo, per esempio, non può gestire il ciclo mestruale in situazioni igieniche, mettendo a rischio la propria salute, ma anche la propria sicurezza, dovendo ricorrere a servizi condivisi o all’aperto.
Secondo un recente rapporto dell’Unicef e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel mondo ben 4,2 miliardi di persone non possiedono servizi igienici adeguati o non vi hanno accesso in modo sicuro (più del 50 per cento della popolazione mondiale) e complessivamente 3 miliardi di persone, quasi i due terzi della popolazione dei Paesi meno sviluppati, non hanno le strutture e gli strumenti basilari a casa per lavarsi le mani.
Questi dati sono confermati dal rapporto Summary progress update 2021: SDG 6 - water and sanitation for all che Un Water ha pubblicato nel marzo 2021, secondo cui 494 milioni di persone sono costretti ad effettuare i propri bisogni all'aperto e il 44 per cento di tutti i flussi di acque reflue generati dalle famiglie a livello globale non è trattato in modo sicuro, mettendo a rischio miliardi di persone.
L'acqua è un fattore chiave nella gestione dei rischi correlati a carestie ed epidemie: la contaminazione delle acque dovuta alla mancanza di servizi igienici provoca la diffusione di gravi malattie, come la dissenteria che ogni anno nel mondo provoca 432mila decessi, di cui 297mila sono di bambini sotto i 5 anni.
Cosa fare per migliorare la situazione?
Un bagno non è solo un bagno, quindi. È un salvavita e un creatore di opportunità se pensiamo ai tanti risvolti sociali ad esso legati, come i miglioramenti nell'uguaglianza di genere o l’inclusione delle persone disabili.
L’Onu ha calcolato che raggiungere l’obiettivo numero 6 dell’Agenda 2030 richiederà un aumento di quattro volte rispetto agli attuali tassi di progresso.
Ognuno di noi può contribuire con piccoli ma importanti gesti quotidiani: cercando di sprecare meno acqua, evitando di tirare lo sciacquone inutilmente, promuovendo l’educazione all’igiene, che spesso manca, lasciando puliti i bagni pubblici, mobili e non, nel rispetto di tutti. Il mondo ti ringrazierà.