La data è il 13 luglio, l’anno il 1985, il nome è Live Aid: quello che è considerato l’evento rock più esteso di sempre.
Grazie all’intuizione di Bob Geldof e Midge Ure, ideatori del “jukebox globale” Live Aid, oggi possiamo celebrare una Giornata Internazionale del Rock.
Ma mentre i padri fondatori – parliamo di anni Cinquanta e Sessanta – si beano dall’alto dei cieli del loro contributo a una delle correnti musicali più amate, e la Rock’n’Roll Hall of Fame continua a iscrivere artisti al proprio registro (anche se sono sempre più le band storiche che storcono il naso e dichiarano un poco diplomatico chi se ne frega), qui ci preme mettere nero su bianco il contributo del Bel Paese alla musica che ha incrinato i rapporti tra le generazioni, ha fatto crescere i capelli agli uomini, e ha aumentato esponenzialmente il numero di colli indolenziti.
Primi nel tra Cinquanta e Sessanta
Questa è roba da dizionario del rock o tesi del DAMS: alcuni attribuiscono la nascita del rock italiano al Quartetto Cetra (1956), altri ai gruppi beat degli anni Sessanta. Le sei corde non erano distorte, i tempi di batteria erano quantomeno azzimati, e non c’erano pantaloni di pelle e torsi nudi, ma colletti a punta e zampe d’elefante.
Ma da qualche bisogna pure partire, no?
Maccheronici nel 1972
Adriano Celentano pubblica Prisencolinensinainciusol, canzone volutamente maccheronica, il cui testo fingeva un inglese “con accento americano”. Nel contempo, i movimenti del Molleggiato venivano descritti come un mix di Elvis, Jerry Lewis e atteggiamento da folk singer.
Nulla di tutto questo è sbagliato.
Folli nel 1975
Nascono gli Skiantos, antesignani (e maestri assoluti) del rock parodico. Mentre al di là dell’oceano i vari Dylan e Young commentano la società con strofe poetiche e ritornelli al vetrioli, i nostri cantano che i gelati sono buoni / ma costano milioni e che il loro leader, Roberto Freak Antoni, è un uomo senza storia perché gli han rubato la memoria.
Li ricordiamo tra le altre cose per aver capovolto la dinamica artista-pubblico, gettando verdure marce dal palco.
Punk nel 1982
I CCCP si definiscono un gruppo di musica melodica emiliana, e punk filosovietico, mescolando chitarre fracassone, filosofia marxista e performance d’avanguardia. Finiranno però per influenzare i più importanti gruppi alternativi italiani.
Oltre la Cortina nel 1989
Il Muro deve ancora cadere, e c’è questa storia pazzesca: i Litfiba e i già citati CCCP – più altri due gruppi, sempre italiani – fanno una tournee in Unione Sovietica. Il tour sembra essere stato benedetto anche dall’allora presidente Michail Gorbačëv, e lo stesso Pelù, ad anni di distanza, confessa: non credevamo nemmeno noi che il progetto sarebbe andato in porto.
D’altronde, negli stessi anni, di tricolore, i russi apprezzavano Pupo, Toto Cutugno, Al Bano e Sabrina Salerno.
Un punto di domanda nel 2009
Vasco Rossi si appropria di Creep dei Radiohead e ci scrive Ad ogni costo.
Viene massacrato dai fan del gruppo…e niente, fa già ridere così.
Per chiudere…
Stando agli studiosi di rock e metal, le corna nominate nel titolo hanno origini italiane. Apparentemente sono state infatti inventate da Ronnie James Dio, cantante heavy metal, che le avrebbe ereditate dai gesti scaramantici della nonna di origini italiane.
L’ennesima conferma che abbiamo la propensione per la gestualità.
Ieri, oggi e domani
Su tutto, c’è l’amore che abbiamo noi di Sebach per la musica, rock compreso. È uno dei motivi per cui non c’è evento scatenato nel quale non siano presenti i nostri bagni mobili. Lo sapevate che - solo per nominare i più recenti - abbiamo supportato il Kappa Futur Festival, il LoveMi, il Lucca Summer Festival, il SonicPark…